I GENITORI DI SARA SARTI

8 settembre 2009- Lettera dei genitori di Sara Sarti

“Cari Signori, ci rivolgiamo a voi, dell’Ordine dei Medici della Calabria, del Ministero della Salute, dell’assessorato regionale alla Sanità ed a tutti i medici. Siamo Alessandro Sarti e Caterina Nicita, i genitori di Sara Sarti, la bambina deceduta presso l’ospedale di Locri, il 24 agosto scorso per cause ancora da accertare. Anche se per noi la causa è chiarissima. Capiamo che, puntare il dito contro qualcuno in particolare è sbagliato. Almeno finché l’esito degli esami autoptici non dimostrerà il contrario ma, c’è una cosa di cui siamo certi; nell’ospedale di Locri, al fianco di Medici professionisti e ben preparati, ci sono anche medici di dubbia qualità, pessima preparazione e senza uno dei quei requisiti che a nostro avviso è fondamentale per essere un buon medico “il senso del dovere” e naturalmente, una

La piccola Sara Sarti con il vestitino da Ballerina

La piccola Sara Sarti con il suo vestitino da ballerina

specializzazione specifica per il reparto dove si presta la propria opera. Troppo spesso purtroppo sentiamo parlare di episodi dubbi che si verificano nei vari ospedali, specialmente in Calabria a causa di una superficialità medica e/o tecnica. Le persone che arrivano in ospedale, più o meno gravi che siano le loro condizioni, hanno il bisogno di sentirsi sicuri. E’ un bisogno ma anche un diritto, sapere che, i medici che ci cureranno, sono quantomeno preparati. Abbiamo il bisogno di sapere che l’ospedale, anche se luogo di dolore e pena è, tante volte, l’unica via di salvezza o l’unico modo di curare il male che abbiamo. Invece, in questi ultimi anni, soprattutto in Calabria e specialmente all’ospedale di Locri, la gente, nessuno escluso, ha paura. Paura di incontrare il dottore di turno poco umano, poco professionista, poco o per nulla preparato. Spesso. Troppo spesso la risposta dei pazienti è “Non mi fido di questi medici”. E non dovrebbe essere cosi. Nella nostra visita, martedì 1 settembre 2009, alla “scoperta” dell’ospedale di Locri, abbiamo visto corridoi e camere per i malati con crepe e scritte sopra i muri. Per non parlare di alcuni sacchi della spazzatura lasciati nei corridoi. Servizi igienici in pessime condizioni ed a volte anche senza luce, come in pediatria. Abbiamo visto e fotografato anche fili delle correnti penzolanti dalle pareti, un po’ ovunque (anche in pediatria). Pacchi di medicinali alla portata di chiunque ed alcun tipo di sorveglianza. Chiunque più aggirarsi per l’ospedale di Locri ed entrare dove vuole, come abbiamo fatto noi, che siamo perfino entrati in sala operatoria e nello studio di un primario, da dove volendo, si può prendere ciò che si vuole, medicinali compreso. Ma dobbiamo anche dire che all’ospedale di Locri, un reparto pulito e impeccabile c’è. Grazie a Dio. Purtroppo però, crediamo sia quello sbagliato. Stiamo parlando dell’ala dell’ospedale che ospita gli uffici della Direzione Ospedaliera, dove quei signori in giacca e cravatta fanno la bella vita, dietro le loro belle scrivanie, ordinate e pulite, e quando si trovano davanti casi tragici come il nostro, della nostra Sara e di tutti gli altri, sanno soltanto dire: “Che ci devo fare, era destino. Abbiamo fatto il possibile”. Sì, siamo d’accordo che può esser destino, ma ci chiediamo: Chi ha fatto il possibile per salvare Sara? Quando è stato fatto il possibile e soprattutto, chi non l’ha fatto? Ringraziamo di cuore, il dottore Celentano, indagato anche lui per la scomparsa della nostra Sara. Lo ringraziamo per l’aiuto sincero e la disponibilità che ci ha dato. Ha visitato la nostra bambina e ci ha consigliato di portarla in ospedale, non poteva sapere, nessuno potevamo sapere che portandola in ospedale sarebbe morta. La nostra Sara che da grande sognava di diventare una famosa ballerina, ormai non c’è più. Nessuno ci potrà restituire la nostra unica figlia. Aveva soltanto quattro anni, era il nostro mondo. Lei all’ospedale di Locri non ci andrà più, ma tanti altri bambini purtroppo quotidianamente sono e saranno costretti ad andare, cosi come gli adulti. Bene, è ora di intervenire e tocca soprattutto a Voi Medici che fate della vostra professione una missione, che curate i vostri pazienti come figli. Tocca a voi gridare «Basta». «Adesso basta». Non è giusto, per voi. Veri professionisti che, medici superficiali e con poca preparazione gettano fango sulla vostra categoria o che si sentono dottori solo perché hanno vinto un concorso fasullo o perché sono parenti di personaggi politici e quindi hanno garantito un posto di lavoro. La gente a causa loro non si fida più neppure di voi. Noi genitori di Sara Sarti, cari veri Medici professionisti, abbiamo ancora fiducia di voi e non possiamo credere che restate indifferenti a queste vicende che oggi hanno colpito la nostra famiglia, ieri hanno colpito un’altra famiglia e domani? Domani potrebbe toccare anche alla vostra famiglia. Con l’augurio che questo non accada mai. Mai più a nessuno. Vi salutiamo e vi preghiamo di intervenire in una situazione sanitaria calabrese devastante. Alessandro Sarti e Caterina Nicita, papà e mamma di Sara Sarti.